Vologno

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Ph. Adriano Bonacini

Il toponimo Vologno (mt 694 sl.m) indica due agglomerati di fabbricati posti sulle pendici argillose-marnose a meridione della Pietra di Bismantova ed alla destra del fiume Secchia.

Nel 980 figura per la prima volta la cappella di Vologno in un diploma dell’imperatore Ottone II.
Nell’estimo del 1615 sono rilevate a Vologno 32 case per un totale di 27 famiglie.
Alla fine del XVIII secolo vi erano 261 abitanti, saliti a 313 nella metà del XIX secolo.

La chiesa, dedicata a S. Prospero, risulta da sempre dipendente dalla pieve di Campiliola prima e Castelnovo poi. L’attuale edificio, orientato con l’abside rivolto ad occidente, è stato più volte rimaneggiato sul sedime della primitiva chiesa romanica e quasi totalmente ricostruito poco prima del 1874.

Il borgo superiore di Vologno, pur non conservando edifici di rilevante pregio architettonico, ha tuttavia mantenuto le originali caratteristiche dei fabbricati ed è quindi di elevato interesse paesaggistico.
Il borgo inferiore mostra un impianto urbanistico di tipo indifferenziato a nuclei aggregati articolati da sottopassi ad arco abbassato.

Il Castello di Vologno

In questa località (mt 609 slm) sono visibili i ruderi di una struttura fortificata cui era annesso un piccolo borgo, ora quasi completamente distrutto. Il “castello”, più noto un tempo con il nome di “castello di Vologno”, controllava la valle del fiume Secchia occupando la sommità di un colle anidritico, appositamente apprestato a difesa, tramite tagli e ripiani difensivi.

* Fonte: Insediamenti storico e beni culturali appennino reggiano di Walter Baricchi